Occupy Wall Street: la primavera araba della finanza

Filippo Ispirato

E’ nato in America un nuovo movimento popolare che vuole, dopo anni di turbolenze sui mercai finanziari che hanno messo in ginocchio l’economia statunitense ed europea, dire basta al predominio della finanza sull’economia e la politica, una finanza fatta di regole e leggi che mettono al primo posto esclusivamente cifre, remunerazioni per gli azionisti e alcuni centri di potere a scapito dell’economia reale e del benessere della cittadinanza.

Quando è nato questo movimento chiamato Occupy Wall Street?

E’ nato il 17 Settembre, come protesta pacifica ma battagliera contro il mondo di Wall Street e dei finanzieri miliardari che speculano sui mercati, spesso influenzandoli, privo di qualsiasi etica e principi se non quello dell’avidità e del guadagno a tutti i costi.

Una corrente alla quale stanno prendendo parte non solo semplici cittadini, ma anche personaggi importanti del mondo dello spettacolo, quali Susan Sarandon e Micheal Moore, per citarne alcuni; sabato sera primo Ottobre, si è andati oltre: circa settecento persone sono state arrestate per aver bloccato l’accesso al Ponte di Brooklyn. L’indignazione contro il mondo della finanza e della speculazione è molto sentita in questi ultimi anni, vista la minaccia continua della recessione ed un mondo del lavoro sempre meno accessibile, con un tasso di disoccupazione in aumento e sacche di indigenza sempre più ampie. Il movimento, che è nato al culmine di una situazione diventata ormai insostenibile per molte famiglie, si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il paese; partito da New York, capitale economica e finanziaria degli States, si è già fatto sentire in altre città quali San Francisco, principale centro finanziario della California e della West Coast, New Orleans, dove i segni della devastazione dell’uragano Katrina sono ancora evidenti e l’economia, complice la crisi degli ultimi anni, stenta a decollare e Boston, nel New England. Coinvolge studenti, operai, insegnanti, disoccupati,  colletti bianchi e un po’ tutta la classe media in generale.

Un emblema di questo mondo e dei suoi principi può  essere riassunto nel discorso che tenne Gordon Gekko – Micheal Douglas davanti ad una platea di investitori nel film di Oliver Stone “Wall Street” del 1987, dove il principio di tutto era che” L’avidità era una cosa buona” (Greed is good), che l’avidità, la ricerca della ricchezza e del profitto a tutti i costi era il motore del capitalismo; un capitalismo però visto nella sua interpretazione peggiore.  Fredda e spietata la dichiarazione di un analista finanziario e broker indipendente di Londra alla BBC, Alessio Rastani: ‎”I politici non governano il mondo, è Goldman-Sachs a governarlo”, dove Goldman Sachs, ricordiamo, è una delle più grandi e affermate banche d’affari del mondo.

Vedremo l’evoluzione di questo movimento (una sorta di primavera araba della finanza), che a breve potrebbe espandersi in tutt’Europa e chissà se anche la nostra Milano da bere, vecchio e ahimè sbiadito ricordo di una metropoli raggiante degli anni ’80, di yuppies rampanti, che guardava con ottimismo al futuro, sarà anch’essa teatro del nuovo movimento “Occupiamo Piazza Affari”.

4 thoughts on “Occupy Wall Street: la primavera araba della finanza

  1. Un’articolo che centra in pieno una problematica che non interessa solo gli Stati Uniti ma tutte quelle nazioni che fanno parte di un sistema economico stile “coloniale” che fa capo a Wall Street. Il 15 ottobre 2011 queste manifestazioni interesseranno tutte le capitali del mondo e l’occupazione continuerà ovunque nel mondo dove piu’ dove meno a secondo della volontà di quella fetta sensibile della cittadinanza che ha capito che questo sistema non è piu’ sostenibile e che non possiamo avere un 1% di ricchi potenti ed un 99% di cittadini che vivono un’esistenza precaria.

    Chiunque abbia gli occhi aperti sa che il gangsterismo di Wall Street – le istituzioni finanziarie in genere – ha causato gravi danni al popolo degli Stati Uniti (e nel mondo). E dovrebbe anche sapere che si è rafforzato sempre di più da oltre 30 anni, e che con esso è aumentato radicalmente il suo potere economico, e con esso il suo potere politico. Un sistema che ha messo in moto un circolo vizioso che ha concentrato immense ricchezze, e con esso il potere politico, in una piccolo parte della popolazione, una frazione dell’ 1%, mentre il resto della popolazione è sempre più diventata ciò che è molto spesso riferita come” lavoratori precari” – che cercano di sopravvivere in una esistenza precaria. Queste istituzioni hanno portato avanti queste malvagie attività nella quasi totale impunità – non solo sono troppo grandi per fallire, ma anche “troppo importanti e “grandi” per andare in prigione”.

    Le proteste coraggiose e onorevoli in corso a Wall Street dovrebbero servire a portare questa calamità all’attenzione del pubblico, affinchè si facciano sforzi dedicati per superarla per poi impostare la società su un percorso più sano. (Noam Chomsky)

    http://www.fugginsuggin.com/2011/09/chomsky-supports-occupy-wall-street.html

    http://www.adbusters.org/campaigns/occupywallstreet

  2. Bisogna cambiare paradigma!
    Giorno dopo giorno un po’ tutti stanno diventando consapevoli che il momento è sempre più vicino…
    Nel nostro piccolo, noi volontari dell’associazione ArcipelagoScec, stiamo lavorando alla rivitalizzazione dell’economia locale, ma abbiamo bisogno della partecipazione e della condivisione di tutti gli attori sani di questo territorio. Nel mese di luglio abbiamo costituito un gruppo di lavoro anche a Salerno.
    Lavoriamo completamente a titolo gratuito e siamo disponibili a confrontarci e ad interloquire con chiunque, in primis con il signor Ispirato che cura la rubrica di economia su questa testata.
    Abbiamo molti progetti su cui stiamo lavorando in giro per l’Italia e siamo molto fiduciosi per quanto di buono riusciremo a fare nei prossimi mesi.
    Al momento sono 35 le aziende e i professionisti che in provincia si sono riconosciuti nel nostro modo di vedere l’economia, mentre oltre cento sono i soci fruitori.
    Per ulteriori informazioni questo è il nostro sito internet http://www.scecservice.org/
    Questo solo per dirvi che chiunque avesse bisogno, noi ci siamo…

  3. Bellissimo questo articolo, oserei dire emozionante!
    Credo che l’immagine del “vecchio” Gordon sia un’immagine fascinosa, sempre attuale e che non sbiadirà mai nel tempo.
    Questa immagine, però, dovrebbe comunque e pur sempre rimanere una fantasia e al massimo essere plasmata in una voglia di elevazione professionale, un’elevazione che non vada MAI A SCAPITO DI QUALCUNO.
    Dovremmo essere un pò tutti il signor Gekko, per continuare a parlare in metafora; colui che si è fatto da solo e che punta sull’efficenza….ma un Gordon diverso..un Gordon che cerchi e crei un’efficenza che non distrugga gli equilibri di tutti..per un interesse di pochi.
    Il vecchio lupo di wall street è un lupo che vuole essere fermato..perché le sue zanne non ledano ancora.
    GREED IS NOT GOOD. GREED IS NOT A VIRTUE!

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