Il comune di Sant’Arsenio propone il trasferimento di 3 reparti dall’ospedale di Sant’Arsenio a quello di Polla, Chiesta, però, la sede dei servizi amministrativi e ambulatoriali. Il sindaco diffida il direttore sanitario Babino ad azioni unilaterali.
Aldo Bianchini
Sant’Arsenio – <<Il consiglio comunale di Sant’Arsenio (Salerno), durante la riunione che si è svolta sabato scorso, 24 settembre, ha approvato all’unanimità una delibera con cui si propone una rimodulazione dell’ospedale locale, con il trasferimento di 3 reparti (Neurologia, Fisiopatologia e Geriatria) alla struttura di Polla: nella stessa delibera l’amministrazione ha però chiesto di ottenere contemporaneamente, per Sant’Arsenio, una serie di servizi, tra cui la sede della scuola infermieristica, degli uffici distrettuali, degli ambulatori, degli ambulatori di analisi e territoriali e della radiologia territoriale. “Abbiamo proposto il trasferimento dei reparti – ha detto il sindaco di Sant’Arsenio, Nicola Pica- con un profondo senso civico e di responsabilità, condiviso da tutto il consiglio. La sanità campana deve essere razionalizzata, prima di tutto a tutela dei cittadini, e poi a tutela delle casse pubbliche. A questo doppia importante funzione si è ispirata la nostra richiesta. Concentrare i servizi a Sant’Arsenio significa ottenere un profondo risparmio economico, in termini di affitti e gestione. Significa ottimizzazione le procedure e semplificare la vita agli utenti, che si recano in un unico centro”. Il sindaco ha però evidenziato la necessità che il trasferimento dei reparti sanitari sia compensato immediatamente dall’ottenimento delle altre funzioni, senza “giochi di prestigio”: per questo motivo Pica ha chiesto che la Conferenza dei sindaci approvi quanto prima la delibera del Comune di Sant’Arsenio, “come ulteriore assicurazione per il nostro presidio”, ha spiegato Pica, “diffidando poi il direttore sanitario di Polla e Sant’Arsenio, Nunzio Babino, a procedere al trasferimento dei reparti senza fornirci le necessarie tutele”. Nelle scorse settimane, infatti, alcuni sindaci si erano opposti alle ipotesi dei trasferimenti dei servizi amministrativi a Sant’Arsenio. Nonostante tutto, però, il consiglio comunale ha disposto la “cessione” a Polla di 3 reparti, “ma questo – ha concluso Pica – deve essere visto come un atto di responsabilità e non di debolezza, e noi difenderemo il nostro presidio con ogni mezzo, dagli atti legali alle proteste formali, e non, in ogni sede”>>. La vicenda dei due plessi ospedalieri di Polla e Sant’Arsenio, la rabbia del sindaco Pica, le variopinte elucubrazioni contenute nel comunicato che ho inteso pubblicare integralmente, danno l’esatta dimensione di come nel Vallo di Diano non è possibile raggiungere alcuna intesa sia sul piano politico che su quello strategico attuativo. Quando si parla di sanità pubblica tutti cercano disperatamente di ricercare la pagliuzza negli occhi degli altri senza guardare la trave nei propri. E accade così per il tribunale, per il consorzio di bacino, per il consorzio di bonifica, per il patto territoriale, per la Ergon, per il Gal, per la Comunità Montana, per le banche di credito, per la viabilità locale e provinciale, e per qualsiasi altra istituzione dove ci sia in ballo un benché minimo posto di potere, anche il più squallido. Vedere, però, un sindaco che si arroga il diritto di emanare pronunce come decreti legge sulla ristrutturazione organizzativa della sanità pubblica davvero inquieta e non poco. Non so cosa deciderà di fare il “Collegio dei sindaci del distretto” (si chiama così e non Conferenza dei Sindaci, perché quest’ultima sta a Salerno e l’imput deve partire prima dal Collegio!!), oppure in ultima analisi la Conferenza dei Sindaci; so per certo che il direttore sanitario Nunzio Antonio Babino, preso di mira da tutti i farneticanti la riorganizzazione del distretto, fa soltanto quello che la legge gli consente e, checché ne dicano i malpensanti, lo fa anche bene. Soprattutto Babino fa una cosa che molti non fanno o non sanno fare: scrive in forma chiara e comprensibile, e tutto quello che scrive viene recepito dai vertici provincialei e regionali.