Consiglio comunale monotematico a Sala Consilina sui destini del tribunale. Spaccatura tra Ordine Forense e Magistratura.
Aldo Bianchini
Sala Consilina – Questa volta il rischio è reale, concreto ed anche ravvicinato. Parlo della eventuale soppressione del tribunale di Sala Consilina, almeno per quanto attiene la specificità di tribunale. Se poi la struttura verrà declassata a sezione staccata o a semplice punto di riferimento, beh! questo è tutto da vedere, anche se ogni ipotetica soluzione è assolutamente al di là dal venire. Il Consiglio Comunale di Sala Consilina, riunito in seduta quasi monotematica, ha ampiamente discusso, l’altra sera, su che cosa resta da fare e su che cosa fare per evitare questo nuovo scippo ad un territorio che in passato è già stato depauperato di altre importanti istituzioni. La seduta del Consiglio è stata aperta da una lunga, appassionata e puntuale relazione del sindaco Gaetano Ferrari che ha ripercorso tutte le tappe della lunga telenovela. Sono poi intervenuti diversi consiglieri comunali. Per l’opposizione Amedeo De Maio e Angelo Paladino, per la maggioranza Domenico Cartolano, Francesco Cavallone, Alessandro Carrazza ed altri. Un unico e comune obiettivo: “fare di tutto e di più per far sentire la voce dell’intera zona anche nelle segrete stanze decisionali romane, visto che la politica locale per anni ha disatteso le aspettative del territorio” (detto a gran voce da Amedeo De Maio. L’intervento, a mio avviso, più politico è stato quello di Angelo Paladino che ha ripercorso la vera storia del tribunale che era stato già chiuso nel 1923 su imposizione della corporazione de magistrati dell’epoca e che era stato riaperto negli anni dell’immediato dopoguerra quando il potere delle “corporazioni” era finito in macerie così come quello del fascismo. Il rischio più serio adesso –ha detto Paladino- è quello che viene fuori da una magistratura silente che pochi giorni fa non ha inteso sottoscrivere l’azione di protesta del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del foro di Sala Consilina. Insomma in consiglio comunale Paladino ha confermato quello che io ho sostenuto in uno dei miei precedenti articoli e cioè l’evidente spaccatura sui destini del tribunale che palesemente si evidenziava sia dall’atteggiamento dei magistrati che del personale amministrativo. E c’è, ovviamente, di più. Il vero problema per la sopravvivenza del tribunale salese prende quota nel gennaio 2010 e si consolida nel luglio dello stesso anno. In queste due occasioni (come ha dichiarato anche Paladino) sia il CSM che l’ANM si sono trovati concordi nel chiedere alla politica la soppressione dei tribunali minori fissando la soglia di sopravvivenza ad un minimo di 20 magistrati per struttura e nell’ambito del più generale discorso di avere “almeno tre tribunali” per ogni Corte d’Appello. Insomma per la prima volta, dopo il famigerato 1923, è il potere della magistratura ad imporre alla politica scelte in materia di ricostituzione delle circoscrizioni giudiziarie presenti su tutto il territorio nazionale. A questo punto, dunque, il destino del tribunale di Sala Consilina sembrerebbe inevitabilmente segnato ed avviato verso la soppressione. A meno che la “politica” (quella con P maiuscola) non riesca ad inventarsi il famoso colpo d’ala ed a spingere verso il mantenimento dei quattro tribunali o quanto meno alla creazione di una “sede periferica” in grado di salvare capre e cavoli e di salvaguardare i molti interessi che, altrimenti, andrebbero stravolti. Questo è il compito che ha la politica –ha concluso Paladino-, oggi l’unica strada è quella politica, così come ieri l’allora ministro Michele Pinto e i parlamentari Alessandro Meluzzi, Gianni Iuliano e Nino Marotta riuscirono a salvare il tribunale, così oggi il ministro Mara Carfagna e il presidente Edmondo Cirielli dovranno impegnarsi a fondo per lo stesso obiettivo, al di là di ogni schieramento di parte. Riuscirà la politica di oggi (nonostante la frattura insanabile tra Cirielli e Carfagna) a fare quello che fece la politica di ieri? Difficile rispondere, si può solo dire che ieri il compito era più agevole perché la soppressione di Sala non era inserita in alcuna manovra economica, oggi le cose sono totalmente diverse. Purtroppo.