PdL: dal Vallo un messaggio di libertà ?

 

Nel Vallo di Diano è stato costituito il comitato pro referendum per la cancellazione dell’attuale legge elettorale

 

Aldo Bianchini

Vallo di Diano – Per chi mi legge vorrei chiarire subito un aspetto primario del mio discorso: una cosa è assumere una posizione referendaria personale, ben altro è costituire un comitato referendario. La posizione personale può essere anche discutibile ma in definitiva comprensibile, soprattutto se legata ad un problema di coscienza;  la costituzione di un comitato non può essere letta se non come un vero e proprio atto di ribellione alla linea del partito (quale partito, è tutto da vedere!!). Tutto qui, semplicemente politica. Del resto devo dare atto a Giuseppe Procaccio (consigliere comunale di San Pietro al Tanagro) quando dice che: ““Militare in un partito – è il pensiero di Giuseppe Procaccio – non significa di certo declinare la propria autonomia di pensiero e perdere il giusto senso critico in un confronto aperto e in ogni caso la mia è una posizione prettamente personale….”, giusto, ma ciò attiene alla libertà di scelta personale, non certamente alla costituzione di un comitato referendario che va esattamente contro gli interessi del partito (ripeto: quale partito!!). Edmondo Cirielli ha scelto di firmare a favore del referendum ma certamente non ha creato un “comitato referendario” contro gli interessi del partito. Scende in campo anche Giovanni Graziano: “Le critiche rispetto all’attuale sistema elettorale – spiega Giovanni Graziano – sono diffuse e generalizzate, a partire dal suo ispiratore, il che significa che bisogna necessariamente cambiare. Attraverso i quesiti referendari è possibile farlo intanto facendo pressione sul Parlamento, che resta la via preferenziale, ma in ultima istanza chiamando i cittadini ad esprimersi attraverso il voto”. Non va oltre, astutamente, Giovanni Graziano e si ferma sulla soglia del comitato, con un piede dentro e un altro fuori. Resta il problema di fondo: il PdL in provincia di Salerno è allo sbando, per non dire allo sfascio. In pochi mesi si è passati dal trionfo alle batoste di Nocera Inferiore, al clamoroso crollo giudiziario di Pagani, alla crisi palpabile di Cava de’ Tirreni, fino alla figuraccia storica nelle amministrative di Salerno. Ora ci si mettono di mezzo anche i comitati e proprio nel Vallo di Diano che ha visto da sempre il centro-destra impegnato in una guerra intestina che ha dato soltanto pessimi frutti. L’ultimo in ordine di tempo è il risultato delle amministrative di Padula dove il partito si era impegnato con tutte le sue forze riuscendo a perdere per ben sette voti. Troppi sono stati i personaggi che si sono affacciati sul proscenio del centro-destra, troppi capi per poche truppe. Il viale del tramonto è sempre più corto.

 

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