Crisi economica …. e la Svizzera sta a guardare !!

Filippo Ispirato

E’ ormai una costante nelle ultime settimane sentir parlare di crisi, indici di mercati finanziari fortemente altalenanti, manovre finanziarie, pareggio di bilancio ma viene da chiedersi cosa sta succedendo in Svizzera che nel 2009 ha accettato suo malgrado di affievolire le sue ferree norme sul segreto bancario? Da due anni,  infatti, le nuove norme sul segreto bancario prevedono la possibilità di scambio di dati sui clienti tra banche elvetiche ed istituzioni straniere qualora vi sia non più solo il sospetto di attività criminali ma anche fondati sospetti di evasione fiscale. C’è da aggiungere inoltre che, fino a poco tempo fa, l’economia dello stato elvetico veniva vista in forte ridimensionamento a causa degli scudi fiscali ad opera degli Usa e di vari Stati Europei per riportare in patria capitali un tempo investiti in Svizzera e delle nuove norme di trasparenza bancaria e di antiriciclaggio che avevano indotto  il paese ad affievolire il suo famoso “segreto bancario”. Dal 2010, invece, contrariamente alle aspettative, complice il forte rallentamento dell’economia dell’Unione Europea alle prese con il default greco e il risanamento di bilancio degli altri stati membri, la Svizzera ha rappresentato un paese stabile dal punto di vista finanziario con una bilancio sano ed una moneta, il franco svizzero, considerato da sempre una moneta

rifugio nella quale investire in situazioni di indebolimento delle altre economie in fase  pre-recessione. Attualmente siamo davanti ad una situazione molto favorevole per il governo di Berna: lo scudo fiscale-bis partito qualche anno fa non ha comportato un’enorme fuoriuscita di denaro come invece si prevedeva, in quanto i grandi risparmiatori stranieri hanno preferito portare alla luce nei loro paesi solo il minimo indispensabile o quello che gli era necessario per effettuare delle operazioni di investimento nelle aziende o per acquisti immobiliari il flusso di denaro verso le banche di Lugano, Zurigo o Ginevra è ripreso e aumentato notevolmente viste le incertezze e l’inasprimento della tassazione nei loro paesi di origine, modificando in più la tipologia di investimento. Oggigiorno, oltre ai tradizionali investimenti in fondi o gestioni,  si tende a portare sempre più denaro contante da mettere in cassetta di sicurezza, e attualmente in Ticino è difficile trovare delle filiali bancarie in cui siano

ancora disponibili delle cassette di sicurezza da noleggiare. Non sembra spaventare neanche la paventata ipotesi di un nuovo scudo fiscale in quanto chi tradizionalmente investe in Svizzera difficilmente uscirà allo scoperto rischiando una super tassazione sulle rendite finanziarie come già previsto in Italia e Spagna e in previsione anche in Francia. Il paese di Guglielmo Tell in questa situazione difficile di congiuntura economica negativa potrà continuare a dormire sonni tranquilli e vivere ancora per diverso tempo di cioccolata, formaggio e BANCA in barba a scudi fiscali bis ter e quater che siano.

 

 

 

 

 

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