Antonio Citera
Sala Consilina – Grave atto di vandalismo e vilipendio a Sala Consilina, è accaduto nella giornata di Venerdì 15 Luglio, i soliti idioti hanno danneggiato strappando la parte rossa del tricolore Italiano, che un gruppo di 35 persone, uomini, donne e anche 5 bambini (il più piccolo aveva 5 anni) capeggiati dal vulcanico barbiere salese Domenico Gorga, avevano piantato il 2 Giugno, in occasione della Festa della Repubblica. Sfidando anche le intemperie avevano issato una bandiera tricolore di 2×3 in cima allo sperone “Piescurussu”, l’enorme masso di roccia che domina non solo Sala Consilina, ma anche tutto il Vallo di Diano, ad un’altezza di 900 mt. Molti sostengono che a strappare la bandiera italiana sia stato un semplice idiota di passaggio, la solita ragazzata. Se fosse solo questo non ci sarebbe da perdere un minuto di tempo per condannare o ignorare il gesto, o meglio sarebbe chiudere qui la faccenda. Ma non è solo questo e forse un commento è bene farlo. “…questo è uno esempio dei molti comportamenti –ha dichiarato Domenico Gorga- di insulto e oltraggio alla dignità dell’Italia e ai suoi simboli, da parte di chi quotidianamente dichiara di non voler far parte di questo Stato, ma ne accetta senza problemi le laute prebende e gli onori. Comportamenti che possono aver eccitato delinquentelli di poco cervello ad agire nei confronti di chi e di quei cittadini che , nel panorama desolante del Vallo Di Diano, hanno voluto realizzare una bella iniziativa sull’Unità d’Italia, che ha avuto un buon riscontro di pubblico…”. Vogliamo ricordare che nonostante il reato di vilipendio alla bandiera sia stato declassato dalla legge n. 85/2006, (voluta fortissimamente dalla Lega Nord) esiste ancora la norma che stabilisce che “Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato e’ punito con la reclusione fino a due anni”. Due anni. Non sono pochi! . Insomma un atto di una certa valenza penale diverso da quello di imbrattare i muri o danneggiare un cestino dei rifiuti, per questo non si può ignorarlo, soprattutto da chi rappresenta lo Stato a livello locale.
Michele D’Alessio