Salerno: caste, privilegi e parcheggi

Aldo Bianchini

Diversamente abili e autorizzazioni parcheggi troppo facili

Salerno – Non so se esiste una legge dello Stato che sancisce, tra i tanti, il privilegio per le forze dell’ordine ad ottenere le concessioni per gli stabilimenti balneari. Se c’è è, a mio modesto avviso, una legge fatta male, anzi con i piedi. Sul già “corto” litorale di Salerno, nella zona di Torre Angellara, ormai non si contano più gli stabilimenti balneari dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, e perché no anche dei sindacati di polizia come il Siulp. Se proprio è necessario concederli sarebbe più opportuno risistemarli fuori del perimetro urbano per dare più opportunità al cittadino comune (che costituisce la stragrande maggioranza!!) di potersi fare un bagno in tranquillità senza doversi impegnare alla ricerca “dell’amico dell’amico” per accedere in questi stabilimenti che appaiono come “oasi dorate” nel bel mezzo della Città. Scandaloso, poi, quando a questi privilegi se ne aggiungono altri molto più irritanti e platealmente vergognosi. Parlo dei due posti auto “riservati ai diversamente abili” situati proprio dinnanzi allo stabilimento balneare del Siulp a poca distanza dall’ Eureka, stabilimento privato. La storia riguarda due nostre concittadine, Marika e Anna, una delle due diversamente abile e munita del regolare dischetto che autorizza a parcheggiare nelle strisce gialle. Venerdì 8 luglio scorso le due, a bordo dell’auto di Marika, giungono a Torre Angellara verso le ore 9.30 e cercano disperatamente un parcheggio per accedere nello stabilimento balneare Eureka dove la “diversamente abile” deve sottoporsi alla quotidiana elioterapia come prescritto dai medici. La ricerca è affannosa. Dei due posti riservati situati dinnanzi al Siulp uno è occupato da un’autovettura senza contrassegno speciale. Le due amiche approfittano del passaggio della volante n.8 per segnalare l’increscioso episodio e chiedere un intervento risolutivo. La poliziotta tergiversa, promette di intervenire ma va a prendere il caffè con alcuni colleghi mentre le due malcapitate rimangono a “friggere” sotto il sole fino alle 10.00 quando la poliziotta, con fare infastidito, comunica di non poter intervenire perché non di sua competenza. Lascia di stucco le ancora calme e comprensive Marika e Anna e va via; qualcuno da dentro il Siulp l’ha chiamata per nome (T….) come a toglierla da un visibile imbarazzo. Se la storia finisse qui dovrei parlare soltanto di una poliziotta, almeno, poco educata e poco sensibile. Invece non è così, e la storia continua. Insomma quell’autovettura senza contrassegno, in definitiva, a chi appartiene? Dovrebbe essere di una signore anziano che è spesso presente nello stabilimento Siulp e che ogni mattina posiziona la sua autovettura nelle strisce gialle per tenere occupato il posto per un amico che, prendendosela comodo, arriva nello stabilimento in questione certamente dopo le dieci, da gran signore, alla faccia di chi è sofferente e meriterebbe molta più comprensione ed anche attenzione da parte delle forze dell’ordine. Ma si sa, così va la vita (per parafrasare un detto di Totò…), nel frattempo i privilegi si accumulano ai privilegi, in barba alla “città europea” che De Luca svende ogni venerdì dalla sua tribuna televisiva. Conclusione della storia. Quella mattina Marika e Anna sono dovute tornare a casa sconsolate ma anche molto arrabbiate.

2 thoughts on “Salerno: caste, privilegi e parcheggi

  1. Questo si che è fare giornalismo, queste si che sono inchieste, certo veloci e sintetiche, ma pur sempre efficaci. Siamo alle solite ed è il caso di dirlo, siamo anche alle comiche, perchè andrebbe detto che l’acqua del mare di Salerno, nella zona citata nell’articolo (Torre Angellara) fa praticamente schifo!
    Come si può pensare di andare a fare il bagno in certi lidi? i cittadini di Salerno non sono bestie, ma ormai sembra quasi che anche per essere bestie bisogna avere privilegi e sfruttarli per i propri porci comodi. è tutto così surreale.

    il porto commerciale, i depuratori che forse funzionano a singhiozzo, fiumi e torrenti che chissà cosa fanno arrivare a mare, il caos dei trasporti pubblici che obbliga ad utilizzare le autovettura private (e quindi genera traffico e problemi di parcheggio), i problemi di salute che bene o male chiunque può avere e l’economia in crisi con i danni che genera nelle famiglie. mi chiedo, ma davvero si può vivere in questo modo così barbaro?

  2. Caro Direttore,
    insisto: è un fatto di cultura. Per decenni abbiamo trovato normali gli ordini professionali che nessuno ha avuto il coraggio di togliere, abbiamo trovato normali le concessioni a “99 anni di usufrutto”, abbiamo trovato normale concedere il diretto accesso al mare a qualcuno che mette una fila di cabine e considera “suo” questo specchio d’acqua. Se poi i comuni ci si mettono d’impegno per gestire i parcheggi ad usum delphini che ci resta? Per chi può rimane la bicicletta, pregando San Pancrazio di non essere arrotati da una automobile anonima con il solito givane strafatto e alticcio. Il suo articolo entra molto bene nel merito delle questioni che una certa maggioranza di contestatori, girotondini, grilliani ecc. non ha mai avuto il coraggio di deninciare e contestare. Bisognerebbe fare leggere maggiormente J. J. Rousseau e Voltaire nelle nostre scuole. Ho sempre guardato con diffidenza a quell’articolo del Codice Civile che recita. “la proprietà si acquista con il possesso”. Non l’ho mai capito.
    Perdoni alcuni pensieri in disordine, ma spero di essermi fatto capire lo stesso.
    Cordialmente
    Roller

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