Riceviamo dall’associazione Futuro e Libertà del Vallo di Diano e volentieri pubblichiamo: “Studierò la materia e mi riservo di farglielo sapere”, con queste parole appena balbettate il sindaco di San Pietro al Tanagro, Domenico Quaranta, cercava di difendersi dall’incalzare dell’opposizione durante il consiglio comunale tenutosi giovedì scorso. Forte l’imbarazzo della maggioranza letteralmente ammutolita dal vero mattatore della seduta consiliare, il consigliere di minoranza Giovanni Romano. Ma procediamo con ordine. La discussione era incentrata sulla partecipazione del comune al Patto Territoriale Bussento e Vallo di Diano di cui San Pietro al Tanagro è uno dei soci con maggior numero di quote detenendo il cinque per cento del capitale sociale. Sulla questione Romano ha tenuta una vera e propria lezione facendo notare che il sindaco e la sua maggioranza commettono un gravissimo errore a non partecipare alla vita dell’ente sovra comunale soprattutto con le nuove prospettive che il presidente Giovanni Graziano, tra l’altro proprio di San Pietro, ha date al Patto riscuotendo riconoscimenti unanimi e trasversali. A questo punto l’infausta risposta del sindaco ignaro che il colpo decisivo ancora doveva venire. “E poi, egregio sindaco – ha proseguito Romano nel suo intervento in consiglio – spieghi al consiglio comunale, ma direi a tutti i cittadini di San Pietro, come mai all’ultima assemblea del Patto Territoriale il nostro comune è stato rappresentato non solo da un esterno all’amministrazione ma addirittura da un consigliere comunale di Polla? Lei deve spiegare alla sua maggioranza le ragioni per cui tra i suoi consiglieri non vi è nessuno in grado di rappresentare il nostro comune ed allora ci si deve affidare ad un forestiero! Lo sa sindaco – ha tuonato il capo gruppo di minoranza – che lei ha svenduta la sovranità popolare del nostro comune? Lo sa che ha svilito e mortificato le istituzioni della nostra comunità?” Silenzio e teste basse tra i banchi della maggioranza che si è sentita addirittura classificare come di “serie B” essendo ritenuta dal sindaco indegna a rappresentare l’amministrazione comunale negli enti comprensoriali. La discussione si è poi spostata sulla vicenda della gestione dei rifiuti e la querelle tra i vertici del Consorzio di Bacino ed il Commissario liquidatore. Alla richiesta di fare chiarezza rispetto ad una situazione che riversa gli effetti negativi sulle parti più deboli, lavoratori e cittadini, il sindaco, ormai tramortito dai continui attacchi ed incapace di reagire, si è limitato a dire di non aver partecipato a nessuna delle due riunioni indette e di non avere assunta nessuna posizione in merito. “E stata l’ennesima riprova – commenta Giovanni Romano – del fatto che l’amministrazione comunale di San Pietro al Tanagro, rispetto alla vita politica comprensoriale, è relegata tristemente ai margini, fuori del comune non conta proprio nulla e non è in grado di difendere gli interessi dei propri cittadini”. L’ultimo argomento ha rischiato di far saltare il banco. Si doveva votare sulla richiesta di un cittadino per l’alienazione di un relitto stradale. La maggioranza non è riuscita a trovare l’intesa ed a nulla è servita l’interruzione della seduta di consiglio tant’è che alla ripresa dei lavori è stato ritirato l’argomento per evitare il rischio di una gravissima battuta d’arresto. A termine consiglio è stata convocata immediatamente una riunione di maggioranza durante la quale sono volati letteralmente gli stracci. Dopo tre ore di urla e liti, un assessore ha abbandonata polemicamente la riunione dicendosi pronto a lasciare la maggioranza e come lui ve ne sono altri. Lo stesso ha poi ammesso che tra il sindaco ed alcuni consiglieri di maggioranza si sono aperte crepe difficilmente ripianabili e che se non si ritrova una rotta comune si rischia seriamente la caduta anticipata dell’amministrazione comunale.
direttore: Aldo Bianchini