SALERNO – Andando con ordine, anche se in politica è molto difficile, bisogna dire che il primo a sparare la cavolata più grossa è stato Pietro Grasso, già capo della “DNA” e attuale candidato al Parlamento nelle liste del PD; niente di che, con la sua mentalità da magistrato tutto gli è ancora possibile, anche il fatto di strumentalizzare le norme di legge che regolano il “voto di scambio”. Ma che il presidente del consiglio in carica, Mario Monti, cadesse subito nella trappola di eclatare la cavolata di Grasso è davvero troppo. Sarà anche una super balla gigante quella annunciata da Silvio Berlusconi per la restituzione dell’IMU ma siamo abituati alle sorprese del Cavaliere e, soprattutto, siamo abituati al fatto che quando dice di abolire qualcosa lo fa davvero. Nessuno si è lanciato così apertamente e maldestramente sulla via del cosiddetto “voto di scambio” come Monti a ruota di Grasso, neppure quotidiani nazionali come Il Corriere della Sera e La Repubblica. Bastava aspettare qualche ora per assistere a come Pietro Grasso, probabilmente ispirato dalle ”anime morte” del PD (appellativo che De Luca ama lanciare verso i vertici del suo partito), è subito rimasto solo ed allo scoperto per non fare la figura dell’incauto persecutore; macchè, il professore continua ad insistere ed anche il giorno dopo ritorna sull’argomento evocando addirittura le regalie di Achille Lauro ai suoi più che probabili elettori; tutto questo dopo che aveva promesso di non citare più il nome degli avversari in campagna elettorale. Peccato che fino a questo momento, ma il tempo è signore, nessun magistrato (milanese !!) ha avviato un procedimento giudiziario a carico di Silvio Berlusconi per “voto di scambio”, sarebbe davvero il toccasana per il Cavaliere che potrebbe guadagnare in un sol colpo quei pochi punti che gli mancano per l’insperata vittoria. Ma non è ancora detto, il tempo è signore dicevo prima e tutto può ancora accadere lungo le rive del “fiume Lambro” che con i suoi 130 km. di lunghezza porta le acque dell’Olona fino al Po’. Alle dichiarazioni di Mario Monti sono rimasto sinceramente perplesso e, pur comprendendo l’ignoranza del professore in materia di leggi che regolano il “voto di scambio”, assolutamente incredulo; con tanti consulenti ridursi a fare la mia stessa fine (umile giornalista di periferia) mi sembra un po’ troppo. Gli consiglio di leggere qualche volta questo giornale online, solo così forse capirebbe qualcosa in più su un argomento difficile e complesso che la magistratura ha usato e usa, spesso, in maniera non omogenea tra procura e procura. Come dimenticare, difatti, gli sfasci che l’accusa di “voto di scambio” ha determinato per la classe politica della prima repubblica agli inizi degli anni ’90 quando era sufficiente dire che un parlamentare aveva scritto una lettera di comunicazione ad un elettore per avviare l’accusa devastante di “voto di scambio”. Molti non ricordano come furono sequestrati e rastrellati gli archivi delle segreterie politiche di Paolo Cirino Pomicino, di Enzo Scotti, di Francesco De Lorenzo e di Giulio Di Donato; i primi tre ministri e l’ultimo addirittura vice segretario nazionale del PSI. Insomma sia Grasso ma soprattutto Monti dovrebbero andare a rileggere l’art. 86 del D.P.R. 570/1960 che regola il “REATO DI VOTO DI SCAMBIO”. Solo per la cronaca è necessario ribadire che il “voto di scambio” si realizza allorchè “taluno dà, offre o promette qualunque utilità” per ottenere il voto. Ebbene nessuna di queste ipotesi si concretizza nelle parole di Berlusconi che ha, invece, promesso la restituzione di quanto ingiustamente (sul piano squisitamente politico !!) versato da tutti quei cittadini che hanno già pagato la tassa denominata IMU (Imposta Municipale Unica) sugli immobili. In pratica Berlusconi non offre per avere ma promette di restituire ciò che è stato ingiustamente tolto. Insomma mi sembra davvero difficile ipotizzare il reato di voto di scambio, anche se come dicevo all’inizio il tempo è galantuomo e probabilmente il piacere a Berlusconi qualche magistrato comunque glielo farà, tanto fino al voto c’è ancora tempo.
direttore: Aldo Bianchini