SALERNO – Amici lettori, ho sempre detto che a me non piace la cronaca perché prediligo l’inchiesta, per andare avanti con i tempi e prevedere gli accadimenti. La cronaca delle ultime ore potrete leggerla con comodo su tutti i giornali o ascoltarla anche da alcune tv locali (non tutte!!). Il nome di Piero De Luca è rimbalzato prepotentemente sulla scena del “crack Amato” per una serie di intrecci ampiamente annunciati. Se leggete le precedenti 10 puntate di questa storia ne capirete di più. La combine, che potrebbe avere ricadute e interessi di natura giudiziaria, ormai è chiara e non più cancellabile. Il problema è un altro, se c’è una combine di natura affaristico-speculativa deve esserci necessariamente anche un grande regista, ovvero un “grande vecchio” o meglio ancora “un Re”. Dalle amicizie politiche o personali, più o meno conclamate, passare alle “combine” non è un fatto automatico né facilmente dimostrabile sul piano giudiziario. Dall’amicizia per arrivare ad altro, ipotizzando chissà quali scenari nefasti, ce ne passa di acqua sotto i ponti. Ed è meglio fermarsi qui. Ma vi ho detto in apertura che a me piace fare un giornalismo d’inchiesta. Ed allora eccola subito la notizia che nessun organo di stampa ha ancora riportato e che è già approdata in Procura, all’attento esame del pm Vincenzo Senatore, esperto in reati di natura finanziaria. Negli atti d’indagine ci sarebbero concreti elementi per risalire ad una riunione top-secret che si sarebbe svolta in casa di don Peppino Amato qualche tempo fa. Si sarebbe dovuto discutere del futuro dello stabilimento (futuro inteso come attività produttiva e occupazionale!!) e dei finanziamenti necessari per l’abbattimento del vecchio stabilimento e per la costruzione di alcune centinaia di appartamenti da vendere a libero mercato. Una grossa speculazione edilizia bella e buona con guadagni stratosferici. Sarebbe stato organizzato, quindi, un tavolo di concertazione con almeno “cinque ospiti eccellenti” oltre lo stesso “don Peppino” oramai con l’acqua alla gola. Segreto assoluto sui nomi dei partecipanti. Dalle fitte maglie del riserbo istruttorio sarebbero filtrate però alcune indiscrezioni; a quel tavolo imbandito anche con un capretto al forno con patate (antico vizietto del cavaliere Amato!!) avrebbero preso posto un rappresentante dei francesi della Energy Plus, un politico in grado di tessere importanti rapporti ed equilibri tra il MPS e il Comune di Salerno, un altro rappresentante della famiglia Amato, forse il giovane Mario Del Mese, e un altissimo funzionario del Monte dei Paschi di Siena (MPS) che avrebbe dovuto garantire l’investimento, cioè avrebbe dovuto sganciare i soldoni. Così Amato si sarebbe salvato, e tutto sarebbe ritornato nell’alveo della legalità. Fin qui nulla questio se non ci fosse stato un problema, l’altissimo funzionario del MPS avrebbe preteso la presenza di un personaggio eccellente al di sopra di tutto e di tutti. Necessari, quindi, i buoni uffici del politico tessitore di rapporti. In pratica la presenza del “personaggio eccellente” doveva essere necessaria a garantire tutta l’operazione anche perché buona parte dell’ex pastificio Amato è stata costruita con i fondi ex legge 219/81 con conseguente immodificabilità della destinazione del suolo, pena l’acquisizione di tutta l’area da parte del Comune. Alla fine, dopo intense trattative, l’ospite arriva alla riunione top-secret. Un piccolo ma decisivo passaggio a vuoto? Chissà!! Chi era l’ospite sconosciuto? Chi ha dato la dritta alla Procura in questa direzione? Al momento è difficilissimo rispondere, ammesso che la riunione sia stata davvero effettuata e che a quella riunione ci sia stato veramente presente anche il misterioso personaggio eccellente. In Procura sembrano non avere dubbi e si sussurra che martedì 17 luglio, in sede di riesame, il pm Senatore (che ha ribadito la sua richiesta di custodia cautelare in carcere per gli indagati) passerà all’attacco per avere conferma sull’identità dello sconosciuto personaggio e per concretizzare le accuse contro tutti gli altri. Un fatto sembra comunque certo in merito al ruolo giocato dal giovane Mario Del Mese che, in poco tempo, era diventato il grand-commis di tutte le operazioni finanziario-economico-edili-imprenditoriali che facevano capo al Comune di Salerno. Nei mesi scorsi ho rivolto ripetutamente le famose “sette domande” a don Peppino Amato, se avesse fatto tesoro di quelle domande forse oggi la vicenda non sarebbe precipitata in modo irreversibile. Oggi vorrei porre tre domande al Comune di Salerno, intendendo per Comune tutti quelli che a vario titolo frequentano il secondo piano di Palazzo di Città. 1) “C’è qualcuno tra tutta questa gente che possa dichiarare, in tutta buona fede, di non aver mai visto il giovane Mario Del Mese fare anticamera al secondo piano ?”; 2) “C’è qualcuno che può dichiarare di non aver mai visto sostare per ore Mario Del Mese nella stanza di Paolo DonatoAntonio ?; 3) “C’è qualcuno che può negare la presenza più o meno assidua, senza anticamera, dell’on Paolo Del Mese al secondo piano ?”. Non vorrei scoprire che il povero Paolo DonatoAnonio sia stato silurato dal suo incarico proprio per questa strana vicenda. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini